L'enorme pressione sociale performativa a cui siamo soggetti ogni giorno la troviamo anche nell'etica di approccio al lavoro. Mi sono resa conto che la spinta ad ottenere maggiori risultati impiegando poche risorse e tempo, non solo influisce sulla qualità del risultato finale rendendolo scadente, ma soprattutto nel come si è vissuta l'esperienza svuotata di significato. Ecco perché scelgo di dare ad ogni progetto intrapreso un valore di piacere condiviso rallentando il passo, condividendo sorsi di caffè in comodità sciogliendo dubbi e timori, respirando tra uno scatto e l'altro e rendendo il percorso intrapreso assieme senza arrivare in apnea al traguardo. Ma godendosi il percorso, nel modo più umano possibile e ottenendo un risultato finale limpido e di valore.